SPEZIE

Raccolta di spezie, in una miniatura del “Milione” di Marco Polo (Parigi, Biblioteca Nazionale). Dalla Rete

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Il termine «spezie» non ha alcun fondamento scientifico oggettivo: esso designa infatti una serie disparatissima di vegetali, usati per insaporire i cibi, per conservarli, per produrre profumi, unguenti e medicinali.

Il commercio delle spezie, già fiorente nel mondo antico, subì una rarefazione durante l’alto medioevo, ma non cessò mai del tutto e riprese a ritmo sostenuto dopo la prima crociata. Da allora, infatti, i mercanti occidentali, e specialmente italiani, poterono disporre di basi commerciali nel Vicino Oriente, dove acquistavano la preziosa mercé, proveniente soprattutto dall’India e dalla Cina. Essi provvedevano quindi a distribuirla nei paesi europei, realizzando ottimi profitti.

Verso la fine del XIII secolo, quando la spedizione di Marco Polo in Cina dimostrò che le vie carovaniere continentali erano di nuovo praticabili, i margini di profitto subirono un ulteriore aumento, perché le spezie, prima trasportate a piccole tappe da troppi operatori, poterono da allora passare per un minor numero di mani e giunsero pertanto alle soglie dell’Occidente

a prezzi più bassi.

Il commercio delle spezie andò poi incontro a una trasformazione radicale alla fine del ‘400, quando i Portoghesi, circumnavigata l’Africa, cominciarono ad approvvigionarsi direttamente sui mercati dell’Estremo Oriente.

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Da “Il Medioevo”, di A. Camera e R. Fabietti – Zanichelli

Istanbul – Bazar egiziano – Dalla Rete

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Le spezie hanno avuto un ruolo importante nella storia sin dalla loro scoperta.

In epoca antica l’uso delle spezie era ampiamente diffuso tra gli Egizi, già intorno al 2600 a.C. venivano forniti agli operai impiegati nella costruzione della piramide di Cheope dei cibi speziati, lo scopo era quello di mantenere le maestranze in forze, si pensava infatti che l’aggiunta di spezie proteggesse dalle epidemie. Nel papiro Ebers (redatto intorno al XVI secolo a.C.) sono descritti numerosi rimedi a base di erbe aromatiche e spezie e fra i ritrovamenti archeologici vi sono tracce di anice, fieno greco, cardamomo, cassia, cumino, aneto e zafferano. Già in quest’epoca la gran parte delle spezie proveniva dall’India.

Nel mondo antico e medievale erano tra i prodotti di maggior valore, che da soli giustificavano l’apertura di nuove rotte commerciali. Ad esempio, nella Genesi (Antico Testamento), Giuseppe viene venduto in schiavitù dai suoi fratelli a mercanti di spezie. Nel poema biblico Cantico dei cantici, il narratore compara la sua amata con diverse spezie. Questo è indicativo della grande importanza assunta da questi prodotti sin dai tempi più antichi.

In epoca longobarda e carolingia la gestione e l’uso delle spezie venne recuperata da parte dei monasteri regi fondati e gestiti dai monaci benedettini di san Colombano dipendenti o in rete con l’abbazia matrice di Bobbio (PC) fondata nel 614.

Nel Medioevo le repubbliche marinare di Amalfi, Venezia, Gaeta, Pisa, Ancona e Ragusa svolsero un ruolo di primo piano nel commercio delle spezie, dall’Oriente all’Europa.

Dopo la caduta di Costantinopoli nelle mani dei turchi (1453) e la conseguente interruzione della via commerciale che collegava l’Europa con l’Oriente passando per le città marinare italiane, per procurarsi le spezie gli europei si misero alla ricerca di vie alternative. Fu questo il motivo principale per cui il navigatore portoghese Vasco da Gama aprì la rotta per l’India, e fu anche uno dei motivi che spinsero Cristoforo Colombo a cercare una rotta rapida e sicura per le Indie. Colombo cercò finanziatori attratti dalla possibilità di avere nuove spezie da commerciare.

Da https://it.wikipedia.org/wiki/Spezie

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