La morte è un’ombra che irriga le mie vene
un lento strepitio che inesorabile nutre
questa fossa di ricordi, tra volti sbiaditi
parole deformate, parenti silenziosi
come alberi nel bosco.
I miei anni più belli
ridotti in frammenti, rare radure di luce
disavventure, cadute. Stazionavo
in periferie nord europee
tra case o bordelli pieni di solitudine
donne sconosciute comprate con pochi versi
e una storia da raccontare.
La morte ci sta allontanando.
Questo guardiano che vigila
attorno alle grate dei sogni
è un segno del nostro franare?
Sforzarsi di tornare assieme
basterà per arrivare al capolinea
sui tuoi seni bianchi?
Fonte: http://internopoesia.wordpress.com/
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