Una foto bella. Sono Pieruccio Rotondaro e Marietta Barbarino nel giorno del loro matrimonio.
Guardatela, è piena di vita.
Non solo perché un matrimonio è sempre una scommessa sul futuro; è la vita che si promette ricca di germogli e di passioni, di progetti e di percorsi condivisi; ma anche per quei bambini con i volti eccitati per la speranza di qualche confetto che potrebbe rendere dolce la loro giornata. Sono in tanti e sono lì, frenetici.
Solo per qualche confetto!
Ah, se un adolescente sapesse spendere qualche briciola del suo tempo per perdersi nello sguardo di questi bimbi! E correre poi dai nonni e scaricare raffiche di domande: “Qual era il segreto? Cosa avevano di magico quei confetti per gonfiare le vene di eccitazione e allegria? Perché, perché e perchè…?”
Lo so, la trappola “Ai miei tempi…” è micidiale. Cambia le carte in tavola e rende mendace il racconto. Ma pur sterilizzando la memoria e la nostalgia, e sfrondando il lato malandrino dei ricordi, non riesco a trovare un volto così radioso in un bimbo stracarico di i diavolerie elettroniche, oggi. Anzi, li vedo spesso accigliati a rincorrere il segreto di un gioco solitario nei misteri di uno smartphone.
Lo dico a quelli che hanno i capelli bianchi come i miei: quando abbiamo smarrito la strada? E dove? Chi ci ha spinti nel vicolo cieco del cinismo, della degradazione spirituale e politica?