I presagi di Capodanno

Come in tutte le feste che cadono nel periodo solstiziale, a Capodanno si traggono presagi per l’anno venturo.

In Friuli si dice che se l’anno comincia di domenica o di mercoledì sarà buono, di venerdì cattivo; se s’inizia di martedì giungeranno «gravi guerre e altri malanni» oppure «l’inverno sarà lungo e burrascoso». Quanto agli anni, i pari porterebbero un raccolto abbondante mentre sarebbero sfortunati quelli in cui compare il sette, un suo multiplo  oppure il tredici.

In Friuli e in Veneto si dice che a Capodanno si può conoscere la propria sorte gettando gli zoccoli dall’alto di una scala: se cadono in uno stesso punto l’anno sarà favorevole e viceversa.

A Codroipo, invece, a mezzanotte si butta una ciabatta in direzione della porta: se cade con la punta verso la porta, ci si sposa presto.

Come presagio d’amore si fa colare un albume d’uovo in una bottiglietta che si lascia poi riposare all’aperto per tutta la notte: gli auspici si traggono osservando le forme che il materiale ha creato solidificandosi.

Lo stesso pronostico si può ottenere con il piombo fuso gettato in una padella e lasciato poi a solidificarsi durante la notte.

In Abruzzo, spazzata la brace sul piano rovente del focolare, si fanno cadere, una alla volta, le foglie di un ramoscello di olivo: se la foglia si agita e volteggia, la persona nominata vivrà e avrà salute proporzionalmente ai movimenti della foglia; se questa rimane invece immobile e la brucia, la persona è spacciata.

La varietà di presagi è tale che un suo inventario, regione per regione, richiederebbe troppe pagine.

Per propiziare la buona fortuna a Capodanno si deve indossare un indumento nuovo, possibilmente rosso, perché sia omologo simbolicamente al solstizio invernale.

Quanto ai cibi, si cucinerà qualcosa, come riso o fagioli, che cresca in pentola in modo da favorire la propria salute o il benessere familiare. Si mangeranno chicchi, noci o semi o altri cibi che simboleggino la fertilità. Per questo motivo si usa in varie parti d’Italia regalare uva a Capodanno. In Spagna si devono mangiare dodici acini d’uva, dodici come i mesi dell’anno, a mezzanotte in punto: un acino a ogni rintocco della campana della Puerta del Sol, a Madrid. Nel nostro Paese è di rigore un piatto di lenticchie.

Fonte: LUNARIO, di A. Cattabiani, Mondadori

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