PLINIUS – Il sistema Scalea è il sistema di tutta la Calabria

Mario Russo

Mario Russo

Dico subito da garantista quale sono, che non mi piace vedere le scene di cittadini con manette e condotti a sirene spiegate in carcere come se fossero i peggiori assassini. Gli arrestati di Scalea,sono indagati e imputati e tali resteranno fino al terzo grado di giudizio, per cui potevano benissimo essere condotti agli arresti domiciliari in attesa del processo, dal momento che i reati di cui vengono accusati non potevano essere reiterati. Esiste ancora la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio e questo dovrebbe valere per tutti. Detto questo, non sono rimasto per niente sorpreso di quanto avvenuto a Scalea con l’arresto del sindaco Basile e di tutta la sua giunta o banda con al seguito avvocati e geometri. Nel senso che se la magistratura, a qualsiasi livello, piuttosto che perseguire, come fa quotidianamente, piccoli fumatori d’erba e piccoli personaggi dediti all’illegalità diffusa, (dal momento che si lamenta di mancanza d’organico), si dedicasse ai colletti bianchi , ai grossi investimenti che avvengono in tutti i comuni della regione , agli appalti di grandi opere, alle concessioni facili di licenze edilizie, farebbe venire fuori tutto il marcio che esiste nella nostra costa tirrenica ed in Calabria . D’altra parte si capisce a vista d’occhio che la costa tirrenica non è quell’oasi di pace che tutto il mondo politico vorrebbe far intendere. Troppi scandali vengono subito coperti, troppi scempi vengono fatti passare come legali. Il mondo politico del tirreno, così come quello di tutta la Calabria, vive di queste cose. Di licenze date a seconda di chi ne fa richiesta, di appalti concessi ad amici e compari , di opere pubbliche inutili e dannose fatte  e collocate alla rinfusa nel territorio, di favoritismi che il mondo imprenditoriale riceve quotidianamente . Tutto questo in nome del sacro sviluppo moderno, del turismo intoccabile, del progresso ad ogni costo, del lavoro da dare che non c’è mai nonostante i tanti cantieri esistenti.

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Il sistema Scalea non esiste solo a Scalea ma quasi in tutti i comuni della Calabria. Di sicuro in quei comuni dove si punta sulle grandi opere, sui grandi appalti, sui finanziamenti a pioggia che poi non producono nulla. A Scalea tutti sapevano e votavano Mario Russo proprio perché sapevano di poter riceverne favori. E quando Mario Russo non potè più presentarsi, sindaco, essendo scaduto il secondo mandato, ecco uscire dal suo cilindro Pasquale Basile, emerito sconosciuto. I voti c’erano a Scalea ed erano una caterva. Era un peccato disperderli.  Mario Russo sindaco per dieci anni dal 2000 al 2010 , la prima volta , nel 2000,venne eletto con 3167 voti, la seconda volta nel 2005 aumentò i voti fino a prenderne 3863. Nel 2009 venne eletto consigliere provinciale prendendo nel collegio di Scalea 3863 voti.

la discarica di Scalea

Insomma , una macchina da guerra elettorale che non ha eguali in tutto il tirreno cosentino. Alla fine del mandato di Basile, Mario Russo sarebbe ritornato in pista e sarebbe stato di nuovo sindaco. Ma con Basile, emerito sconosciuto qualcosa non funzionò da subito. Basile vinse le elezioni nel 2010 , con l’apporto di Mario Russo ma prendendo solo 2597 voti. Forse per la frammentazione di liste, ma Basile vinse lo stesso. La politica di Basile non si scostò di molto da quella di Russo. Le  direttrici fondate da Russo vennero ricalcate da Basile: il porto, la discarica , l’aviosuperficie, le concessioni demaniali,la sfrenata speculazione edilizia, gli appalti dovevano essere la ricchezza di Scalea e tutto doveva ruotare attorno a questi progetti, portatori di finanziamenti nonostante sin dall’inizio alcuni di questi si mostrassero fallimentari. Sul porto per esempio si scatenarono vari appetiti e ci furono anche ricorsi e denunce fra comune e progettisti che si risolsero a favore di questi ultimi . L’aviosuperficie fu un altro disastro per la gestione, ma un affare per la sua costruzione. Ben venti miliardi di lire buttati lungo il fiume Lao. Una promessa di 90 posti di lavoro finiti nel nulla . ma della gestione dell’avio superficie evidentemente interessava poco ai due sindaci. L’affare era stato già fatto. Sulla discarica l’affare invece era in progress. La volle Russo, e la volle a tutti i costi. La volle a meno di due chilometri dalla cittadina, in mezzo a villaggi turistici, a poche centinaia di metri dall’ospedale ( un altro affare di miliardi di lire abbandonato a se stesso ), in una zona dove vi sono falde acquifere e dove il percolato finiva in un torrente che sfociava nel mare davanti la splendida Torre Talao. I cittadini scaleoti se ne fregarono di quanto avveniva attorno a loro.

il porto di Scalea bocciato dal TAR

I commercianti pensavano all’isola pedonale, alla pompa di benzina da spostare ed a come sistemare i figli, o i nipoti o gli amici nella gestione delle spiagge. A proposito, Scalea, l’unico paese della costa tirrenica dove non esiste più la spiaggia libera. Mario Russo da sindaco, rivendicò questa scelta in un’intervista asserendo che a Rimini ed in Emilia Romagna , tutte le spiagge sono a pagamento e non vedeva il motivo per cui a Scalea non dove essere lo stesso. Per questo la gente votava per Mario Russo. Quel sistema faceva comodo a tutti, senza rendersi conto che giorno dopo giorno , quel sistema dilaniava il corpo stesso della gente. Sventrava il territorio, abbassava la qualità della vita, del turismo stesso. Nascevano super mercati come funghi , ma chiudevano i piccoli negozi. Il sistema faceva assumere giovani nei supermercati ma intanto si perdevano centinaia di posti di lavoro che i piccoli negozianti garantivano ogni anno. I cittadini erano contenti così. Certo non tutti i cittadini. C’era chi votava contro Russo e Basile. Esiste un’opposizione a Scalea a questo sistema, ne conosco di gente onesta a Scalea, ma la gente dimostrava paura a partecipare. Votava nell’ombra, quasi di nascosto e non partecipava a nulla. La dimostrazione venne quando Russo aprì la discarica. La puzza si sentiva per tutta la cittadina. I turisti scappavano dai villaggi vicini alla discarica, ma solo una cinquantina di persone parteciparono al comizio organizzato dagli ambientalisti. Peggio andò quando si tentò di bloccare la discarica. Nessuno fu d’accordo. E quando , io stesso lanciai un appello a giornalisti e blogger per visitare la discarica ed entrare dentro per documentarla, solo uno si presentò all’appello. Vi entrammo in due, e fummo subito minacciati di uscire da alcuni operai che vi lavoravano senza mascherine e senza alcuna protezione. Dissero che violavamo la legge. Ma quando dicemmo loro di chiamare i carabinieri si allontanarono subito facendoci fare quello che volevamo dentro. La discarica venne chiusa dai carabinieri qualche mese dopo. Era illegale e si sapeva. Russo non disse niente, anzi venne premiato da Scopelliti che lo nominò commissario all’interno dell’ARPACAL.  Fu come nominare dirigente di un asilo un pedofilo. Ma la politica in Calabria funziona così. Più sei mediocre ed ignorante di un problema più sali in alto. Appunto, non è Scalea che funziona così. E’ un po’ tutta la Calabria. Dove ci sono discariche, appalti giganteschi ed inutili, c’è malaffare.

l’avio superficie di Scalea

Per decenni ho segnalato nelle mie inchieste opere inutili, abbandonate. Un elenco lunghissimo che va dalle dighe, alle chiese, ai porti, alle sale convegno, ai mercati, alle discariche,agli impianti per la termodistruzione. Lavorate su questo e scoprirete un intreccio incredibile fra potere politico, massoneria, ‘ndrangheta, che passa prima di tutto dagli uffici che concedono le autorizzazioni per queste opere. Se si parla di appalti dati, di demanio, di opere pubbliche, bisogna avere il coraggio di alzare il livello ed andare a vedere chi concede queste autorizzazioni, e si scoprirà che dietro la firma del sindaco, c’è prima quella del funzionario del genio civile, di quello della soprintendenza dei beni ambientali, di quell’altro della capitaneria di porto. Si scoprirà che ci sono gli occhi bendati delle forze dell’ordine,  di qualche  capo dei vigili, del magistrato che cestina la denuncia del cittadino o delle associazioni ambientaliste. E’ qui che nascono i sistemi e non ce ne sono solo a Scalea ma in tutta la Calabria. Buon lavoro.

Di F. Cirillo

pubblicato da IL DIOGENE di Scalea nel mese di agosto 2013

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