Capiterà di incontrare qualcuno che tenterà di metterci i piedi in testa… E TU?

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Per quanto possiamo essere persone tranquille, rispettose, gentili e piene di buona volontà, prima o poi, sulla nostra strada, è certo, ci capiterà di incontrare qualcuno che tenterà di metterci i piedi in testa. Qualcuno che ci offenderà. Qualcuno che ci accuserà ingiustamente. Qualcuno senza scrupoli o senza intelligenza o con una buona dose di cattiveria che ci passerà sopra con la forza di un uragano e il peso di un carro armato lasciandoci tramortiti e disorientati.

O peggio, qualcuno così abile e così manipolativo da saper cogliere le nostre fragilità e i nostri punti deboli per approfittersene facendoci scattare dentro, senza che noi neanche ce ne accorgiamo,  quello che è uno dei più subdoli e disastrosi sentimenti: il senso di colpa.

E nelle relazioni con chi in qualche modo fa parte alla nostra vita il danno percepito è maggiore e la fatica che dobbiamo fare per tirarci su, a volte, è davvero devastante. Continuiamo a tormentarci e a chiederci ossessivamente come è potuta accadere una cosa simile? che cosa gli è scattato in testa? perché non ho saputo difendermi? senza trovare motivazioni capaci di darci pace. Ma la risposta è piuttosto semplice: succede perché non ci aspettiamo colpi bassi da chi abbiamo vicino, dai nostri familiari, dagli amici, da chi amiamo. Le nostre difese non sono attive e quindi siamo distratti, le nostre antenne sono a riposo, il nostro cuore è disponibile e i nostri “canali energetici” sono aperti. Ecco perché i danni maggiori ci vengono inflitti da chi conosciamo (o pensiamo di conoscere).

Ma da qualsiasi parte arrivino, veri o falsi che siano, tutti questi sono attacchi alla nostra integrità e, se ci fanno soffrire e non vogliamo dedicare tutto il nostro tempo a crogiolarci nel dolore e nel risentimento per quel che di male ci è arrivato, è indispensabile riuscire ad elaborare una strategia capace di farci restare in piedi e soprattutto di permetterci di mettere in moto le potenzialità e gli strumenti a nostra disposzione che in questi casi rischiamo di non vedere.

Vi propongo ora alcune riflessioni

Possiamo diventare forti e inattaccabili?

No, non possiamo. Siamo esseri umani vulnerabili e la vita ci porrà in continuazione di fronte a sfide sempre nuove, non riusciremo mai ad essere sempre pronti a difenderci, dovremmo vivere costantemente con uno scudo in mano e protetti da un’armatura così pesante che ci impedirebbe di sentire anche le cose buone. Dunque, non è questa la via.

Possiamo vivere in un’allerta continua, non fidarci più di nessuno, evitare i rischi?

No, non possiamo. Dovremmo isolarci, chiudere le porte del nostro cuore, non concedere più la fiducia a nessuno. La nostra vita diventerebbe un gabbia che, per proteggerci, ci farebbe morire di solitudine. Neanche questa è una soluzione.

Possiamo diventare più flessibili, più attenti, più consapevoli?

Forse si, questa è una strada che possiamo percorrere se lo vogliamo e se non ci fa paura dare uno sguardo dentro di noi.

Potremmo:

  • cercare di essere meno rigidi con i giudizi (a volte ci impuntiamo su cose che non meritano il nostro tempo e la nostra energia);

  • imparare la lezione, quando sbagliamo, trovando nuove strade propositive in grado di aprire i nostri orizzonti anziché chiuderli (spesso la nostra risposta è emotiva, nutriamo rancore, costruiamo muri, eliminiamo, mettiamo la testa sotto la sabbia e continuiamo a lamentarci anziché chiederci perchè ci è capitata quella tal cosa per scoprire che qualche errore l’abbiamo fatto anche noi);

  • chiederci, ogni tanto, se forse non siamo noi ad aver capito o interpretato male (succede più spesso di quanto possiamo immaginare che quando i nostri punti deboli vengono toccati, anche senza la precisa intenzione di farci del male, la nostra reazione è emotiva e dunque non oggettiva e non funzionale);

  • non sentirci sempre delle vittime (anche se facciamo fatica ad ammetterlo, spesso abbiamo aspettative poco razionali che quando non vengono soddisfatte come avremmo voluto riescono ad annientarci in tempi brevissimi);

  • capire che non sempre una risposta è una difesa (la violenza genera violenza e, a volte, l’indifferenza è un’arma più intelligente);

  • sfruttare, ove possibile, l’energia del “nemico” per difendersi (come insegnano alcune arti marziali);

  • essere meno ingenui (l’ingenuità è una dote per i bambini ma un difetto pericoloso per gli adulti);

  • avere buon senso (chiedersi sempre “ma è davvero così grave questa cosa?” “cosa posso fare di buono per aiutarmi ad uscire da questa sofferenza?”)

  • nutrire la propria autostima per sentirsi più autonomi e con maggiori risorse per affrontare le sfide future (ci vuole impegno e a volte l’aiuto di qualcuno) …

  • … e impegnamoci per primi a rispettare gli altri, a non immischiarci in faccende che non ci riguardano, a non giudicare perchè nessuno è senza peccato, ad essere tolleranti, a bandire dalla nostra vita il rancore, la rabbia, l’invidia. Ecco le armi migliori per diventare più forti e difenderci in modo funzionale e non emotivo dagli attacchi che ci vengono dall’esterno.

Buon lavoro … che c’è da lavorare!

 

Di  

Fonte: http://www.lundici.it/2015/04/perche-non-ho-saputo…/

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