In giro per Orsomarso – 3^ tappa: CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA XVII secolo

 

La chiesa è addossata al campanile, che un tempo era una torre urbica, attraverso la quale passava la porta di accesso al primo borgo medievale. A vederla dal fiume Argentino svetta sulle case che la circondano, manifestando tutta la specificità di chiesa rupestre. L’attuale impianto barocco della chiesa non ingloba nulla della prima costruzione in stile romanico, anzi si sovrappone ad essa, evitando che alcuna parete del primo combaci con la seconda.

La chiesetta originaria sorgeva nella piazza ai piedi del castello, su cui si affacciavano le prime abitazioni, nate negli spazi vuoti tra i monasteri, che erano comparsi intorno alla rocca tra il IX e il X secolo. Di questo primo impianto sopravvive la parete di destra, che abbondava di monofore e di affreschi.

 

Entrando nell’attuale sagrestia se ne ammirano due di rara bellezza. Il primo ha le fattezze di una Madonna dai capelli biondi e lunghi, assisa in trono e contornata da due angeli reggicortina, secondo gli schemi classici della Basilissa (Madonna Regina). Tuttavia, la presenza nella mano sinistra di un vaso dalla forma allungata, simile ad una pisside, induce a pensare che si tratti della raffigurazione di Santa Sofia, che conserva nel vaso la sophia, la sapienza.

 

Sulla medesima parete si trovano altri due affreschi: la raffigurazione della Madonna del Soccorso, dai tratti somatici vagamente orientali, come gli occhi a mandorla, e quella di un Santo martire, racchiuso in una larga fascia rosso scura, il cui nome, in caratteri bizantini tardi, è talmente danneggiato da comprometterne la lettura.

 

ADORAZIONE-DEI-PASTORI,  di G.B. Colimodio

Sulla volta a crociera e sulle pareti del presbiterio si ammirano affreschi di buona fattura eseguiti intorno alla metà del XVII secolo dal pittore orsomarsese, Giovan Battista Colimodio. Notevoli anche le tele della stessa epoca raffiguranti la Sacra Famiglia, la visita di Giovanni ed Elisabetta al piccolo Gesù e Maria, Santa Lucia, Sant’Agata e Gesù in trono.

GIOVANNI RUSSO

 

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