La famiglia Laino di Orsomarso

Dott. Luigi Laino – Medico Chirurgo
Orsomarso 17/08/1843 – 12 /12/1920

Il 23 giugno 2018 nel Comune di Orsomarso si è svolta una manifestazione estremamente particolare e coinvolgente che ha visto la partecipazione della Popolazione tutta e numerosi ospiti provenienti dai Comuni limitrofi e da Napoli unite dal sentimento comune di affetto e stima per la Famiglia Laino.

La sensibilità del Dott. Antonio De Caprio, Sindaco di Orsomarso, ha fatto sì che si identificasse la Famiglia Laino come una delle Famiglie più legate al territorio sia per tradizione locale sia come impegno sociale nel contesto della vita pubblica del Comune di Orsomarso e del Paese inteso come Nazione.

I ruoli istituzionali che i rappresentanti di questa Famiglia hanno ricoperto nell’esercizio delle proprie professioni ne fanno sicuramente una particolarità nel contesto generale e storico del territorio.

Un ulteriore ringraziamento va alle istituzioni locali che hanno voluto supportare il percorso burocratico alla base della attribuzione della strada al Dott. Luigi Laino Medico-Chirurgo (17 /08/1843 – 12/12/1920).

È certamente importante ed emozionante calare questa nostra analisi nella atmosfera in cui si è vissuto l’impegno sociale e professionale del Dott. Luigi Laino.

Appare estremamente stimolante rivedere, su una stampa del ‘700, la realtà geografica di queste terre e immaginare, rileggendo testi dello storico dott. Giovanni Russo, le condizioni e gli scenari culturali, religiosi e sociali nei quali questa splendida e faticosa storia si svolgeva.

Ringraziamento altrettanto sentito e sincero va al M.R. Don Mario Spinicci, Parroco di Orsomarso, per la affettuosa partecipazione e per l’insostituibile contributo di entusiasmo, logistica ed ospitalità data alla manifestazione.

Grazie a Don Mario questa splendida serata è stata resa possibile e si è potuta snodare come programmato.

Grazie a Don Mario si è potuto usufruire della prestigiosa sede della Chiesa del S. Giovanni Battista e, grazie a Don Mario la manifestazione si è potuta arricchire dell’Alto Prelato Monsignor Leonardo Bonanno, Vescovo di San Marco Argentano – Scalea.

Il Vescovo ha onorato la manifestazione con la Sua Presenza e le Sue Parole piene di saggezza e di profondo significato religioso, culturale e sociale.

Don Mario con la Prof.ssa Aurelia Di Cristo Laino
Una veduta notturna di Orsomarso che, grazie all’Amministrazione del Sindaco De Caprio, risplende di una illuminazione che ne esalta le peculiarità di Borgo caratteristico ed unico.

Nell’illustrare la Storia di questa Famiglia sembra essere doveroso salutare e ringraziare un Suo rappresentante che riposa al di sotto dell’Altare Maggiore di questa Chiesa: ci riferiamo a Don Gregorio Laino di cui viene riportato un testo in possesso della Famiglia ed un Suo ritratto dove è riportata la didascalia che si legge in nota.

Questo Sacerdote fu Parroco di questa Chiesa e Sindaco di questo Comune. Nei suoi scritti riporta molto spesso il concetto di «Provvidenza»; tale concetto, oggi spesso abusato, indica l’impegno profuso da Dio per soccorrere gli uomini e determinarne il loro destino.

Fu colui che, con la partecipazione della popolazione tutta, costruì il «Ponte di Ferro» che riusciva a far attraversare il Fiume Argentino e rendere più agevole l’accesso e la uscita dal Paese di Orsomarso.

Questa opera, oggi sostituita da un ponte in cemento armato, è ancora presente nella memoria della popolazione.

Fratello di Don Gregorio Laino Sacerdote era Luigi al quale viene dedicata ed attribuita la strada già Via Argentina.

Segue uno scorcio della abitazione ripresa e restaurata ai nostri giorni.

Dott. Luigi Laino – Medico Chirurgo
Orsomarso 17/08/1843 – 12 /12/1920
Atto di nascita

1843

1830 – Re Ferdinando II sale al trono del Regno delle II Sicilie

Ecco come era il territorio calabro nel 1843, anno di nascita di Luigi Laino e il contesto storico nel quale visse i suoi primi anni di fanciullezza e adolescenza. Diamo uno sguardo al contesto storico-politico-sociale di quegli anni.

Re Ferdinando II, ventenne sale al trono. Si apre un periodo di grandi riforme liberali e di grandi conquiste sociali
1830

  • Miglior complesso industriale d’Europa – Pietrarsa
  • Miglior complesso industriale navale – Castellammare di Stabia
  • Napoli si dota di illuminazione urbana come Londra e Parigi
  • Il primo telegrafo elettrico 1851 tra Caserta e Capua
  • Prima ferrovia in Europa 1839
  • Primo teatro civico – Teatro di San Carlo
  • Primo osservatorio astronomico – Capodimonte
  • Primo osservatorio sismologico al mondo – osservatorio vesuviano
  • Primo conservatorio musicale – San Pietro a Majella
  • Primo Statuto socialista del mondo – San Leucio
Napoli 1896
Luigi Laino a Napoli in Piazza Municipio con la consorte D. Francesca Di Leone

1848 – Moti Rivoluzionari

Prima in Sicilia e poi nel resto del Regno.
A seguito di ciò il Re Ferdinando II concede la Costituzione: primo in Italia.
Si attua la riforma della Scuola affidata a Francesco De Santis.

1849 – Repressione

L’8 dicembre 1856 Ferdinando II subisce un attentato alla baionetta da un soldato calabrese.

Nel 1857 Giuseppe Mazzini ispira una spedizione nel Regno delle II Sicilie affidata a Carlo Pisacane che sbarca a Sapri e viene soppresso a Sanza.

Si consolida una generazione di intellettuali che vedono purtroppo non consolidarsi le Riforme intraviste nel 1848. Portavano però un fervore culturale che vide come punto di riferimento il decennio 1849-1859.

Ferdinando II il 22 maggio 1859 muore per setticemia.

Gli succede a soli 23 anni Francesco II assieme alla sua giovane consorte Maria Sofia di Baviera sorella di Sissi.

Il giovane Imperatore avrebbe voluto riprendere il percorso riformista interrotto nel 1849. Sotto il Regno di Francesco II la vecchia classe dirigente Ferdinandea venne completamente messa da parte: essa fu sostituita ovunque da personaggi di fede liberale.

In questo contesto di fermento culturale e sociale l’11 maggio 1860 Garibaldi sbarca a Marsala.

Francesco II non riuscì a dominare e a gestire le truppe affidate a generali che di fatto non opposero resistenza alla risalita dei Mille che raccoglieva consensi nella borghesia meridionale: l’apporto di questa classe sociale fu importantissimo in questo periodo.

Ci avviamo alla conclusione della storia borbonica.

Francesco II decise di non combattere la battaglia finale nella città di Napoli. Nella pianura campana si consumò la fine del Regno delle II Sicilie; questo fu annesso al Regno di Sardegna e scomparve definitivamente il 27 gennaio 1861 con la proclamazione del Regno di Italia.

Vale la pena a questo punto ricordare le parole di Raffaele De Cesare, che nel suo testo «La fine di un Regno» volume II cap. VI così recitava.

Anche i piccoli Comuni della Sicilia, della Basilicata, dell’Abruzzo e delle Calabrie sono governati dalle stesse leggi che regolano le maggiori città di Italia. Non si tenne conto di nulla ma tutto fu confuso in una unità meccanica che, a considerarla bene è la causa dei presenti malanni e dei pericoli che minacciano il Regno. Finché il nuovo stato non avviò una politica di industrializzazione (1878) le ripercussioni dell’annessione prima e le politiche dei dazi poi, segnarono la fine delle non più «protette» imprese meridionali rispetto alla concorrenza Europea e Italiana contribuendo alla nascita della «questione meridionale».

È emozionante calare la vita di Luigi Laino, nato nel 1843, nel fermento politico-sociale del Regno delle due Sicilie; fu mandato a studiare a Napoli, ancora Capitale ma comunque sede di grandi confronti ideologici e politici. Conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1873 e tornò nella propria terra ad esercitare la professione di medico.

La laurea è vergata dal Rettore della Regia Università di Napoli Luigi Settembrini ed è pubblicata sotto il Regno di Vittorio Emanuele II.

Non si può non ricordare l’esilio di Luigi Settembrini, patito sotto i Borboni, e il Suo richiamo presso l’Università di Napoli con il conferimento dell’Alto incarico di Rettore. Era di fatto il riconoscimento dei grandi valori liberali e le grandi qualità umane del Prof. Settembrini, e lo specchio dei profondi cambiamenti e fermenti in atto.

Si era, quindi, assistito alla caduta del Regno delle due Sicilie e si era costituita l’Unità di Italia. Furono anni, l’abbiamo sottolineato, di grandi confronti culturali con l’Europa e gli Stati che la costituivano anche se in modo embrionale. Ci vorranno altre guerre e tanti altri sacrifici di vite umane per raggiungere la stabilità di cui oggi, forse, non capiamo neanche l’importanza!

Quel fervore culturale, i principi liberali e la capacità di acculturarsi e comunque sentirsi coinvolto in un momento di grandi acquisizioni sociali, con il confronto stimolante di fermenti politici e dottrinali, dovette appartenere al giovane Luigi che trasferì questi principi e questi valori anche a coloro che lo seguirono ed in primis al figliolo, Gregorio Laino che diventerà Alto Magistrato e Procuratore del Re.

Laurea del Dottor Luigi Laino 1873 a firma del Rettore Luigi Settembrini sotto il Regno di Vittorio Emanuele II

Immagine e firma del Rettore Luigi Settembrini

Seguono alcune immagini ed interni dell’abitazione, del mobilio, dei testi scientifici e delle attrezzature mediche che furono del Dott. Luigi Laino.

Tra le attrezzature spiccano alcune estremamente particolari e sicuramente uniche per il territorio:

  • Il forcipe, indispensabile nell’espletamento delle pratiche ostetriche;
  • Il termometro, presidio medico che era appannaggio del solo medico sul territorio;
  • Le siringhe, di vario tipo e calibro;
  • Cateteri;
  • Speculi;
  • Innumerevoli fiale di farmaci confezionati come il chinino (non si può dimenticare che in quel periodo la malaria era endemica in questi territori) ;
  • Vari bisturi, attrezzi per una chirurgia di minima;
  • Tutta una fervida trascrizione di esperienza clinica quotidiana;
  • Tutta la collezione dei principi attivi per la formulazione di ricette galeniche;
  • Bilancini di precisione;
  • Provette per la formulazione del medicamento;
  • Una confezione giunta direttamente da Milano dalla Azienda Farmaceutica Zoia al dott. Luigi Laino- Orsomarso;
  • Alcuni testi di Medicina tra cui il Meckel di «Notomia» del 1841.

Il 12 dicembre del 1920 il dott. Luigi Laino termina la sua vita terrena ma i suoi ideali e i suoi valori si riversarono nei figlioli: Clorinda che sposa Attilio Galizia Sindaco di Orsomarso e Gregorio che diventerà Alto Magistrato e Procuratore del Re Vittorio Emanuele III.

Il giovane Gregorio Laino fu mandato a studiare a Roma al Convitto Vittorio Emanuele e in quella città, divenuta capitale del Regno d’Italia, conseguì la laurea in Giurisprudenza e si avviò, giovanissimo, alla carriera di Magistrato.

L’educazione liberale e l’aver vissuto gli anni della formazione culturale in quel contesto storico così particolare e stimolante, fecero, di fatto, nascere una autonomia di pensiero che rappresenta una costante per quelle generazioni che sono venute dopo Luigi.

E ci riferiamo alla impostazione progressista e antesignana del ruolo della donna nella società contemporanea per l’epoca, che fecero del pensiero di Gregorio Laino, figlio di Luigi, promotore di una indipendenza culturale e professionale della donna sicuramente all’avanguardia per i tempi.

Gregorio Laino incontra e sposa la Sig.ra Assunta Buraglia, di Rivello, figlia di Giovancrisostomo Buraglia, medico condotto del Paesino. Da questa unione nacquero 6 figlie ed un unico maschio Luigi.

La impostazione progressista e la cultura che venivano a Gregorio dal Padre Luigi portano questa Famiglia a rivedere e rivisitare il ruolo della donna non più come unico riferimento della gestione del focolare domestico, ma come perno di una società che si andava aprendo alla figura della donna in un contesto più aperto ed impegnato.

Gregorio Laino divenne Magistrato e Procuratore del Re a Salerno ed a Rossano Calabro; indirizzò tutti i suoi figli a ruoli istituzionali e al servizio della Comunità indipendentemente dalle vicende politiche che contraddistinsero quel periodo storico.

Visse la trasformazione da Regno a Repubblica conservando immutata la stima e la considerazione della popolazione di Orsomarso. Fu insignito della più alta onorificenza del regno come Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.

La foto che vediamo dappresso ritrae Gregorio Laino in visita a Rivello al Suocero dott. Giovancrisostomo Buraglia.

Nella foto sono ritratti le 5 figlie femmine; Laura, che purtroppo scomparirà in giovane età; Giuseppina, prima Notaio donna in Italia; Italia, che si laureerà in Medicina e Chirurgia; Ada, che laureata in Giurisprudenza diventerà Assistente Sociale e Responsabile della Camera Confederata del lavoro di Napoli; Dora, che si laureerà in Lettere, unitamente alle cuginette Giuseppina-Pupetta e il dott. Francesco Buraglia con la moglie Amely Mayer. Il piccolo Luigi è in braccio al papà. Manca la piccola Bice che nascerà più tardi e si laureerà in Lettere.

Gregorio Laino – Procuratore del Re

Seguono alcune immagini di Famiglia:

A mio Padre va un caro ricordo avendo, anche Lui figlio di questa Terra, trasferito nelle giovani generazioni i sentimenti di orgoglio ed onestà che ci fanno provare la grande emozione di «appartenenza» ad un modo di essere e di pensare la vicenda umana. Fu amico di tutti e ricordato come Don Gigetto!

Di Lui si ricordano l’alta professionalità, la grande disponibilità verso coloro che gli esponevano problemi e le indiscusse doti umane.

Cominciò la Sua carriera nella Pretura di Verbicaro, passando poi a quella di Scalea. Fu trasferito come Pretore Capo a Pomigliano D’Arco e quindi a Portici. Divenne Consigliere di Corte D’Appello a Potenza e rientrò quindi a Napoli dove terminò la Sua carriera come Presidente di Sezione della Corte di Appello.

Fu insignito della più Alta Carica della Repubblica come Cavaliere di Gran Croce.

Dott. Luigi Laino – Magistrato – Presidente Aggiunto della Corte di Cassazione

E, da ultimo, si riportano le parole di Gregorio Laino, Direttore della Clinica Odontoiatrica della Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, figlio di Luigi e pronipote del Luigi Laino di cui si è parlato in questa presentazione e a cui viene attribuita la strada già Via Argentina, che stigmatizzano il percorso che ognuno di noi fa nella vita portando dentro un intimo bagaglio emozionale e di storia.

«Fa piacere concludere questa presentazione con le immagini della scala e del portale di Palazzo Laino.

Furono attraversate da quel Luigi grazie al quale siamo stati tutti qui questa sera.

Esiste sempre per ognuno di Noi una scala che si percorre in salita ed in discesa, ed un uscio che si attraversa. Ci si apre al nuovo con la pienezza dei sentimenti del passato.

La grande ricchezza che abbiamo è quella di avere un passato di cui essere orgogliosi e dal quale dobbiamo trarre insegnamenti e stimoli, adeguando i sentimenti più profondi alle mutate condizioni sociali che, come abbiamo visto, si sono susseguite nel tempo per i nostri avi , e si proporranno per le nuove generazioni.

A questo patrimonio di orgoglio, onestà, cultura va ascritto il sentimento dell’ «appartenenza» a questa Terra che ci spinge e spingerà le nuove generazioni a seguire quel solco tracciato dall’esperienza umana e professionale del dott. Luigi Laino».

Tutta questa Storia è stata recuperata e argomentata grazie all’impegno professionale e umano del Geometra Gregorio Laino, figlio di questa terra e amante di questi luoghi. Grazie Gregorio per tutto quanto hai dato a me e a tutti noi……….
tuo cugino Gregorio

..

Devo ringraziamenti al Dott. Gregorio Laino per aver consentito ad Orsomarso Blues di pubblicare questa ricostruzione storica della sua famiglia da lui fatta il 23 giugno del 2018 in occasione dell’attribuzione della strada al Dott. Luigi Laino

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2 Replies to “La famiglia Laino di Orsomarso”

  1. Vincenzo Bloise ha detto:

    Attraverso quel portone e su quei gradini in pietra, levigata anche dai nostri passi, tanti di noi, a metà degli anni sessanta, hanno frequentato quelle stanze. Il palazzo Laino è stato, per alcuni anni, sede della scuola media e, forse inconsapevolmente, si è fatta didattica nella sua sede più naturale. Aggiungo, al magnifico articolo, il ricordo di Angelo Laino il Bidello ( oggi collaboratore scolastico) di quella scuola che, per tanti anni, ha curato con passione quel palazzo.

  2. Sandra Sdrusci ha detto:

    Articolo bellissimo e ricco di Storia.
    Mi sono commossa tantissimo per la Stima e l’affetto che vi ho letto verso il mio carissimo cugino Gregorio Laino (per tutti il Geometra, per me il mio “fratellone” adorato) che da poco ci ha lasciati.

    Mi manchi tanto Grè…

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