Quali fattori sono in gioco quando persone con elevato Qi falliscono e quelle con Qi modesti danno prestazioni sorprendentemente buone?

Finalmente, oggi la scienza è in grado di mappare il cuore umano con una certa precisione e può rispondere con autorevolezza a queste domande urgenti e sconcertanti sugli aspetti più irrazionali della psiche.

Questa mappatura costituisce una vera e propria sfida per coloro che sostengono una concezione limitata dell’intelligenza, che ritengono il Qi [Quoziente intellettivo] un dato di fatto genetico immodificabile dall’esperienza, e che considerano il destino in larga misura prefissato da tali presupposti. Questa tesi ignora la domanda più stimolante: che cosa possiamo cambiare, per aiutare i nostri figli a vivere meglio? Quali fattori sono in gioco, ad esempio, quando persone con elevato Qi falliscono e quelle con Qi modesti danno prestazioni sorprendentemente buone?

Secondo me, molto spesso la differenza sta in quelle capacità indicate collettivamente come intelligenza emotiva, un termine che include l’autocontrollo, l’entusiasmo e la perseveranza, nonché la capacità di automotivarsi. E queste capacità, come vedremo, possono essere insegnate ai bambini, mettendoli così nelle migliori condizioni per far fruttare qualunque talento intellettuale la genetica abbia dato loro.

Al di là di questa possibilità, si profila un pressante imperativo morale. I nostri sono tempi nei quali il tessuto della società sembra logorarsi a velocità sempre maggiore, nei quali l’egoismo, la violenza e la miseria morale sembrano congiurare per corrompere i valori della nostra vita di comunità. È qui che la tesi che sostiene l’importanza dell’intelligenza emotiva si impernia sul legame fra sentimento, carattere e istinti morali. Ci sono prove crescenti del fatto che, nella vita, atteggiamenti fondamentalmente morali derivino dalle capacità emozionali elementari. L’impulso è il mezzo dell’emozione; il seme dell’impulso è un sentimento che preme per esprimersi nell’azione. Chi è alla mercé dell’impulso – chi manca di autocontrollo – è affetto da una carenza morale: la capacità di controllare gli impulsi è alla base della volontà e del carattere. Per lo stesso motivo, la radice dell’altruismo sta nell’empatia, ossia nella capacità di leggere le emozioni  negli altri; senza la percezione delle esigenze o della disperazione altrui, non può esserci preoccupazione per gli altri. E se esistono due atteggiamenti morali dei quali i nostri tempi hanno grande bisogno, quelli sono proprio l’autocontrollo e la compassione.

Da INTELLIGENZA EMOTIVA, di Daniel Goleman – Bur

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