La vita difficile di un profeta: Arturo Paoli

Arturo Paoli (Lucca, 30 novembre 1912 – Lucca, 13 luglio 2015) è stato un presbitero, religioso e missionario italiano, appartenente alla congregazione dei Piccoli Fratelli del Vangelo. È stato Giusto tra le Nazioni per il suo impegno a favore degli ebrei perseguitati durante la seconda guerra mondiale.

Vocazione e primo ministero sacerdotale

Nato a Lucca in Via Santa Lucia, vive la sua infanzia e la sua adolescenza nella città natale; frequenta poi la facoltà di lettere di Pisa, si laurea all’Università Cattolica di Milano nel 1936.

Ha maturato, intanto, la vocazione al sacerdozio; nel 1937 entra, già adulto, nel seminario di Lucca, la sua diocesi. Viene ordinato presbitero nel giugno 1940.

Il suo ministero sacerdotale non rimane confinato nel solo ambito religioso; negli anni della seconda guerra mondiale in cui è ordinato, ben presto parteciperà alla Resistenza, dal 1943 in poi; collabora anche attivamente nel sostegno agli ebrei in fuga dalla persecuzione nazifascista come referente principale a Lucca della rete clandestina DELASEM diretta in Toscana da Giorgio Nissim

Nel dopoguerra

Dopo la guerra, svolge il suo ministero a Lucca fino a quando, nel 1949, viene chiamato come vice assistente della Gioventù di Azione Cattolica presso la sede nazionale di Roma. Mons. Giovan Battista Montini (poi papa con il nome di Paolo VI), intuisce le grandi qualità intellettuali di Arturo Paoli; tuttavia, il suo servizio nell’Azione Cattolica Italiana si scontra con i metodi e l’ideologia dell’allora presidente nazionale Luigi Gedda, braccio destro dei tentativi di “normalizzazione” di un’associazione, disciolta negli anni del fascismo, che esprimeva una vivace attività anche di carattere politico. Nel 1954, assieme al gruppo dirigente allora in servizio, viene dimesso dall’incarico, e nominato cappellano degli emigranti in Argentina.

Diventa Piccolo Fratello

L’incontro, sulla nave, con Jean Saphores, un Piccolo Fratello di Gesù che Arturo assisterà in punto di morte, lo spinge ad entrare nella giovane congregazione religiosa ispirata a Charles de Foucauld e fondata da René Voillaume poco tempo prima. Vive il periodo di noviziato a El Abiodh, in Algeria; qui, per un certo periodo, ritrova il suo vecchio amico Carlo Carretto, anch’egli passato dalla dirigenza dell’ACI alla vita religiosa nel deserto del Sahara.

Dopo la professione religiosa, vive ad Orano dove, negli anni della lotta di liberazione algerina, lavora come magazziniere in un deposito del porto, secondo lo stile di vita della Fraternità. Nel 1957 rientra in Italia, ove a Bindua, in Sardegna, avvia una nuova Fraternità in solidarietà con i lavoratori della miniera di piombo e zinco di Monte Agruxau; il suo rientro in Italia, tuttavia, non viene ben visto dalle autorità vaticane, che temono una radicalizzazione della sua critica ai compromessi tra potere civile ed ecclesiastico.

L’esperienza Argentina

Si trasferisce in Argentina, a Fortín Olmos, tra i boscaioli che lavorano per una compagnia inglese del legname. Quando la compagnia abbandona il territorio lasciando senza lavoro la manovalanza locale, Arturo organizza una cooperativa per permettere ai boscaioli di continuare a vivere sul posto; è uno dei primi scontri con le autorità politiche ed economiche del luogo. Nel 1969 viene scelto come superiore regionale della comunità latinoamericana dei Piccoli Fratelli e si trasferisce vicino a Buenos Aires. Qui, nel clima fervoroso del post-Concilio, a contatto con i novizi della fraternità inseriti in un quartiere popolare, comincia a delineare una personale teologia comprometida, preludio dell’adesione alla teologia della Liberazione. Nel 1971 si trasferisce a Suriyaco, (diocesi di La Rioja), una zona poverissima dove Arturo, oltre a proseguire la formazione dei novizi, inizia il suo sodalizio con il vescovo Enrique Angelelli, la voce più profetica della Chiesa argentina negli anni della dittatura militare. Angelelli, di cui diventa consigliere teologico, morirà tragicamente nel 1976 in uno strano incidente stradale che ancora oggi rimane avvolto nel dubbio, vista l’assenza di un’inchiesta che facesse luce su quello che molti pensano sia stato un assassinio.

In Argentina, il clima politico dell’epoca peronista colpisce anche Arturo: accusato di essere un trafficante d’armi con il Cile (governato in quegli anni da Salvador Allende, destituito nel 1973 dal golpe di Pinochet), viene inserito in una lista di persone da eliminare, su di un manifesto affisso lungo tutte le strade di Santiago.

Venezuela e Brasile

Arturo in questo momento si trova in Venezuela, responsabile dell’area latinoamericana dell’istituto: avvertito da amici di non rientrare in Argentina perché ricercato, vi tornerà solo nel 1985; ha conservato così la vita, mentre cinque dei suoi confratelli, in Argentina, figurano tra i desaparecidos.

In Venezuela, si stabilisce prima a Monte Carmelo, poi alla periferia di Caracas; al lavoro di formazione e all’animazione ecclesiale e politica, unisce una crescente attività saggistica.

Successivamente, con l’allentarsi della dittatura militare in Brasile, si trasferisce dal 1983 a Sao Leopoldo, dove si occupa dei problemi legati alle donne, soprattutto prostitute. Nel 1987 si trasferisce, su richiesta del vescovo locale, a Foz do Iguaçu, nel barrio di Boa Esperança, dove costituisce una comunità, che sarà poi sostenuta dall’Associazione Fraternità e Alleanza, un ente di solidarietà con cui dare dignità alla popolazione emarginata; nel 2000, all’Associazione si unisce la Fondazione Charles de Foucauld, rivolta in maniera specifica ai giovani poveri del barrio.

In Italia

Dagli anni ’80 e ’90, rientra periodicamente in Italia, dove risiede a Spello, presso la sede dei Piccoli Fratelli, e in giro per il paese, con una grande attività di conferenziere su tematiche di spiritualità e di politica.

Da dicembre 2006 è tornato nell’amata città natia, Lucca, ove risiede in una casa sulle colline. L’arcivescovo di Lucca, Mons. Italo Castellani, gli ha concesso, infatti, l’abitazione attigua alla chiesa di S. Martino in Vignale per creare una residenza aperta a gruppi e a singoli che vogliano sperimentare un cammino di discernimento personale.

Il 3 dicembre 2011 viene inaugurato, in sua presenza, il “fondo documentazione Arturo Paoli”, una raccolta di immagini, video, scritti a testimonianze della lunga vita che il sacerdote ha dedicato al prossimo. Il fondo ha sede nella Fondazione Banca del Monte di Lucca in piazza San Martino a Lucca.

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Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Arturo_Paoli

Foto: RETE

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