ZEUS E I SUOI AMORI

Zeus ed Era

Dio uranico-atmosferico, il cui paradigma si ritrova specialmente nella cultura indoeuropea, Zeus supera nelle sue prerogative ordinatrici e nelle connotazioni tremende delle sue funzioni pragmatiche, lo stretto ambito di dominatore del cielo e delle folgori. Il suo regno costituisce innanzitutto l’affermazione ingegnosa delle leggi fisiche, sociali e morali. Simbolo di intelligenza e verità supreme, egli è anche massimo giudice e giustiziere. La sua pienezza di poteri si rivela in un’intensa attività sessuale che lo porta a generare eroi e semidei benefattori dell’umanità. Cade sovente in uno spiccato «autocratismo», con la sua tendenza a monopolizzare l’autorità e a eliminare

violentemente qualsiasi attentato alla sua onnipotenza. Da perfetto «capo», Zeus gestisce la sua vita di padre e di sposo e anche di sovrano accentratore e dispotico, forse non molto simpatico ma ritenuto pur sempre indispensabile ordinatore e conservatore del mondo.

Crono e Rea

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Dio sovrano, sommo saggio di sapienza antica nel mito ellenico, Zeus è supremo signore, il cui regno trionfante emerge risplendente dopo profondi sconvolgimenti nel mondo. Dio della luce, egli è padre degli dei e degli uomini. Il teonimo si ricollega unanimamente al significato del cielo luminoso, le cui valenze connotative si allargano a intelligenza, intuito illuminato, fonte di verità. D’altro canto però, la sua figura comprende l’altro aspetto di dio della tempesta, adunatore di nuvole, Signore dalla voce possente, che si compiace del fulmine e della bufera e, quindi, dio giustiziere che punisce l’autorità violata.

Figlio del Titano Crono e di Rea, dopo una nascita furtiva e una amorevole infanzia agreste, Zeus volle subito impossessarsi del potere paterno. Vincitore sui Titani, sui Giganti e su Tifeo, le sue vittorie significarono la successione del Cosmos al Caos.

Ottenuta la sovranità esclusivamente per la sua forza, ma grazie anche all’aiuto degli antichi dei, il Cronide manifestò il suo potere regale nell’iniziale distribuzione — o conferma — delle cariche e degli onori divini. A Zeus spettò il Cielo, a Posidone il Mare, ad Ades il Mondo Sotterraneo, la terra e i viventi a tutti e tre. La grandezza e la pienezza dei poteri di Zeus vennero costituite e corroborate dalle sue numerose unioni, anche perché le imprese del dio furono caratterizzate da un’intensa attività sessuale.

Prima della lunga serie di sue amanti è Metis, il «saggio consiglio», figlia di Oceano e di Teti, dea Mente, Prudenza, ma anche Astuzia e Perfidia. Per sfuggire a Zeus assunse varie forme mimetiche. Infine raggiunta e posseduta, rimase incinta e avrebbe poi concepito un figlio destinato a ripercorrere l’iter ambizioso del padre, detronizzandolo. Grazie ai consigli della coppia primordiale, mentre giaceva accanto alla dea, improvvisamente Zeus la inghiottì e incorporandola non solo evitò di essere spodestato ma acquisì anche una perenne fonte di saggi consigli. Preso da terribili dolori al capo, il Cronide lanciò urla disumane per la sofferenza che lo attanagliava; tutti gli dei e l’universo intero erano sconvolti, solo la venuta di Ermes, la sua pronta individuazione del male riuscirono a riportare la calma. Il messaggero divino ordinò subito ad Efesto (o a Prometeo) di provocare con un’ascia una fessura nel cranio del dio sovrano: ed ecco che, partorita da suo padre, venne alla luce l’armata Atena.

Nozze di Teti e Peleo, Jacob Jordaens, Museo del Prado

Nel suo rapporto con amanti divine, Zeus era fortemente dibattuto dal desiderio erotico da un lato e dalla preoccupazione di poter generare, in una di queste unioni, un futuro sovrano destabilizzatore dell’ordine ormai faticosamente raggiunto. Profondamente innamorato dell’amabile Teti, la grande dea marina, figlia di Nereo, il Vecchio del Mare e dell’Oceanina Doride, dovette rinunciarvi per l’incubo che lo assillava di perdere il trono reale. Contesa anche da Posidone, la bella dea era però destinata a nozze mortali. Themis, la dea legge, profetizzò che dall’unione della Nereide con un dio sarebbe nato il più forte degli dei, evento agognato dall’infelice Prometeo per riscattare la sua situazione di punito. Il dio del cielo rinunciò mal volentieri all’attraente Teti che — per l’intercessione del centauro Chirone — fu data in isposa al mortale Peleo. Di queste nozze, da cui doveva nascere Achille il più forte fra gli uomini, si rallegrarono tutti gli dei d’Olimpo che vi parteciparono offrendo meravigliosi doni.

Allo scampato pericolo Zeus non fece seguire alcuna tregua amorosa e fu la volta di Themis, figlia di Urano e di Gaia. Dal loro rapporto nacquero le  tre Ore, divinità delle stagioni, vigili custodi che sorvegliavano le porte del cielo: Eunomia (la Disciplina), Diche (la Giustizia) ed Eirene (la Pace). E nacquero anche le «Moire vestite di bianco» intente a filare il destino umano: Cloto (la Filatrice) t Lachesi (la Distributrice) e Atropo («colei che non può essere dissuasa»). È tale il potere di queste sue figlie, che Zeus stesso non può nulla per modificare le loro decisioni.

Themis

Da Eurìnome, dea di affascinante bellezza, figlia di Oceano e Teti, il Cronide ebbe le tre Càriti «dalle belle guance»: Aglaia, Eufròsine e Talia. Dee dell’armonia e della bellezza, le Cariti (o Grazie) diverranno vergini compagne di Afrodite, dea dell’amore. L’instancabile Zeus giacque inoltre per nove notti di seguito con la Titanide Mnemosine. La dea della Memoria dopo un anno gli generò le nove Muse dee del canto, ma anche del Pensiero in ogni sua manifestazione: eloquenza, saggezza, storia, matematica. Depositarie di cultura, «vergini musiche» esse sono: Clio (dea della Storia), Euterpe (della Musica), Talia (della Commedia), Melpòmene (della Tragedia), Tersìcore (della Danza), Èrato (della lirica Corale), Polìmnia (della Poesia religiosa), Urania (dell’astronomia), Calliope (della poesia epica e dell’eloquenza).

Latona con i figli Apollo ed Artemide

Infine l’impeto amoroso del dio incontrò l’indifesa Latona figlia di Febe e del Titano Geo, ingravidandola di Apollo e Artemide. L’illegittimità dei suoi amori divini e terreni, venne meno nelle sacre nozze con Era, la grande sposa d’Olimpo irascibile e violenta, femminile in modo assai poco divino.

A queste numerose unioni divine Zeus aggiunse — primigenio Casanova — una serie innumerevole di amori mortali. È da notare che nei suoi incontri amorosi terreni il dio non manteneva la sua vera essenza né quella umana, ma l’aspetto naturalistico di attributi o animali sacri. Tramutatosi in un meraviglioso toro bianco rapì la bellissima Europa — «colei che ha gli occhi ampi» — figlia del re Agènore e di Telafassa mentre giocava con le sue compagne sulla spiaggia di Sidone in Fenicia. Il dio si era dapprima

Il ratto della bella Europa secondo Jean Cousin il vecchio (Sens 1490-Parigi 1560 – Pittore manierista francese).

avvicinato alla donna amata che vincendo l’iniziale timore, si era seduta sul dorso dell’animale. Immediatamente il toro si era lanciato verso il mare, mentre la disperata Europa, tra grida e pianti, cercava di reggersi in groppa mantenendosi alle possenti corna taurine a forma di luna. La cavalcata marina si concluse a Creta dove Zeus regalò alla giovane principessa una collana d’oro foggiata da Efèsto come dono nuziale. Dall’idillio nacquero tre figli Minosse, Radamanto e Sarpedonte, adottati in seguito dallo sposo terreno di Europa, il re di Creta Asterie. Un’analogia taurina unisce l’episodio precedente a quello di Io. Figlia del re di Ìnaco, ella fu amata da Zeus che la tramutò in una magnifica giovenca per sottrarla alla gelosia di Era. Dopo averla data in custodia ad Argo, che sarà poi ucciso da Ermes, Era la fece quasi impazzire facendola perseguitare da un divino Tafano. Il suo pietoso vagabondare la portò dal golfo Ionico, al Bosforo, in Asia fino all’Egitto dove partorì Èpafo mitico capostipite. Il languido Zeus, adultero incallito, si unì inoltre a Leda sotto le sembianze di un cigno, e dal divino uovo nacque Elena la donna più bella del mondo. A Danae, figlia del re Acrisio, rinchiusa in una cella dal padre spaventato da un’infausta predizione, il fantasioso e instancabile dio del cielo apparve in forma di pioggia d’oro. Dalla loro unione nacque Perseo uno dei più grandi eroi della storia mitica greca.

Da MITI E LEGGENDE DELL’NTICA GRECIA, di Rosa Agizza – Newton &Comption

FOTO: Rete

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