La liberazione del cuore

 

 

 

Nella nostra società moderna abbiamo

conseguito la libertà sessuale. Si presenta

adesso un problema di più vasta portata:

la liberazione del cuore.

Marie-Louise von Franz

 

La curiosità è una delle energie primarie della psiche umana. Il bambino, fin dalla più tenera età, smonta il giocattolo per vedere come funziona. Per tutta la vita, poi, continuiamo a chiederci: «Che cos’è questo? Chi sono io?»

Il bisogno di conoscenza dell’umanità ha portato a strabilianti conquiste. L’uomo è andato sulla Luna, ha costruito cuori artificiali. Ma al di là di ciò che è stato fatto o detto, quello che le persone maggiormente vogliono dalla vita è amare ed essere amate. Nessuno, finora, è riuscito a spiegare che cosa faccia funzionare i rapporti umani, e Dio sa quanto ci siamo dati da fare. Abbiamo inventato la libertà sessuale, il controllo delle nascite, i ritrovi per persone sole, gli incontri computerizzati, ma tutte queste soluzioni esterne sono fallite. Ancora, non passa giorno senza che uno psicanalista si imbatta in un cuore infranto.

Dottoressa von Franz, affrontiamo il problema dei rapporti tra i sessi partendo dal sogno di una moderna donna di successo.

 

Ho sognato di trovarmi in una stazione balneare, desolata, un po’ come la spiaggia del film Morte a Venezia. Vedevo un uomo appoggiato a un muro e una donna che gli andava incontro. Gli si avvicinava e lo baciava, poi se ne andavano via insieme. Ero molto curiosa e decidevo perciò di seguirli.

Più tardi mi trovavo in una casa con un paravento sboji, tipico delle case giapponesi: l’uomo stava all’ingresso, sul punto di entrare. All’improvviso si arrestava e guardava con sospetto l’ombra della donna sul pavimento. Così, mi giravo e vedevo che la donna era diventata una geisha. Era tutta truccata. Non sembrava però una vera geisha, con i classici occhi orientali. Sembrava più una caucasica vestita da geisha. Era molto pallida. Aveva gli occhi rossi e del sangue agli angoli della bocca. Dicevo all’uomo: «È regredita alla sua vita passata» Mentre parlavo, la geisha si inginocchiava e posava un vassoio di cibo sul tavolo. L’uomo stava per diventare un samurai. Aveva l’angoscia scolpita sul viso, come se fosse stato colto da una convulsione. Non capivo se l’angoscia avesse a che fare con la trasformazione fisica o se dipendesse dal fatto di stare con quella donna. Il sogno finiva qui.

Sognatrice

 

La sognatrice ha un lavoro di successo, cui dedica tutte le sue energie. Trascura però la sua vita affettiva e nel sogno emerge proprio questo lato rimosso. La donna non ha ancora messo radici nella vita; non sa quale sia il suo posto e improvvisamente si pone la domanda: «Che cosa fanno un uomo e una donna comuni quando sono insieme? In che modo si rapportano l’uno all’altra? Che cos’è l’amore?»

La sognatrice si trova in-una località balneare, che è l’opposto del luogo in cui abitualmente si vive e si piantano le proprie radici. Si tratta di un luogo provvisorio, dove spesso si arriva per caso. In questo luogo, la sognatrice vede un uomo e una donna che si incontrano e si allontanano insieme, e decide allora di seguirli per scoprire che cosa stia succedendo. Comincia così ad articolarsi il problema del rapporto fra uomo e donna.

La sognatrice segue la coppia fino a una casa giapponese, arredata con pareti mobili. Più avanti nel sogno vedremo come i giapponesi abbiano una parte importante nella psicologia di questa donna. Per ora non voglio affrontare questo problema, ma vale la pena di osservare che esso comincia discretamente a manifestarsi. La sognatrice a questo punto non sa ancora che cosa stia succedendo.

L’uomo del sogno fissa con sospetto la sagoma della donna sul pavimento, la sagoma dell’Ombra, e la donna si comporta come una geisha, il che corrisponde a una vera e propria recita, un modo per non essere se stessa.

 

Da ragazza, le geishe mi hanno sempre affascinata, per la loro plasticità. Le loro facce sembrano maschere, e mi sono sempre chiesta che cosa quelle maschere nascondessero. Le geishe sono l’espressione della raffinatezza, il massimo dell’estetica giapponese. Non sono affatto certa di considerarle attraenti. Ma sicuramente c’è un alone di raffinatezza intorno a loro.

Sognatrice

 

La geisha deve soddisfare tutte le fantasie relative a ciò che l’uomo considera la femminilità ideale. Non può vivere la sua propria realtà femminile: deve recitare  e di conseguenza proietta un’Ombra.. La. sua vera femminilità rimane nell’Ombra e, nel sogno, l’uomo si insospettisce di fronte all’Ombra della donna. «Com’è l’Ombra di una geisha? Com’è la geisha quando non è truccata, quando non recita il suo ruolo? Che donna è?» Sono queste le domande che la sognatrice si pone.

Ai lati della bocca della geisha scorre del sangue e gli occhi sono anch’essi iniettati di sangue, il che fa supporre che stia subendo un terribile dolore o una tortura, che il fatto di agire le fantasie di desiderio di un uomo, invece che di se stessa, costituisca per lei una tortura.

L’uomo ha sempre avuto bisogno delle geishe. Gli antichi Cinesi, per esempio, fasciavano i piedi alle donne delle classi sociali superiori, che in tal modo rimanevano storpie. Ma non era loro concesso protestare: dovevano soddisfare le fantasie degli uomini, dovevano diventare elegantemente irreali, come se non toccassero terra, come se i loro piedi non somigliassero a quelli delle contadine.

L’uomo teme la donna terrena. La vicinanza alla terra rappresenta il potere della donna, il suo legame con la realtà e l’uomo ha paura di questo.

Come Jung ha osservato, le donne costituiscono veramente il sesso più forte. Per questa ragione gli uomini temono l’aspetto terreno delle donne. Fasciando i piedi delle fanciulle, i Cinesi facevano di queste delle farfalle, delle creature delicate, non terrene, romantiche. Ma per le donne si trattava di una mutilazione e, naturalmente, le geishe sono completamente mutilate. Per soddisfare il loro ruolo di geishe devono reprimere tutte le loro naturali reazioni femminili. Se da un lato la geisha ha gli occhi iniettati di sangue, dall’altro anche l’uomo sta subendo una tortura.

Il fatto di trasformarsi in samurai sembra procurargli un immenso dolore, Nel sogno il samurai è portatore di una proiezione personale della sognatrice.

 

Quando da ragazza abitavo a Hong Kong, andavano di moda i film giapponesi. Agli occhi degli adolescenti, i samurai erano degli eroi. Erano fisicamente attraenti e avevano il senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Le ragazze impazzivano per i samurai giapponesi, in rapporto agli uomini cinesi. I cinesi sono di solito più bassi dei samurai.

Sognatrice

 

II samurai rappresenta l’amore romantico dell’adolescenza della sognatrice e, nel sogno, la trasformazione in questo ideale.

Persino in sogno, la donna si rende conto che si tratta di una regressione a una vita passata e questo ci fa intravvedere qual è il vero obiettivo del sogno.

La sognatrice si è trasferita in Canada e qui ha concentrato le energie della realizzazione della sua carriera.

Ora che si trova in cima alla scala, il problema sentimentale affiora. È il problema di trovarsi un compagno, di realizzare il suo sogno d’amore, ma in questo campo la sognatrice non è in possesso di alcun modello occidentale di rapporto cui fare riferimento.

Ecco la regressione al passato storico, all’Estremo Oriente, dove il modello medioevale di rapporto fra uomo e donna era costituito dal samurai e dalla geisha. Ma il fatto che le figure del samurai e della geisha soffrano entrambe, un grandissimo dolore, significa che la sognatrice non può fare ritorno a quel modello, che limiterebbe in modo assoluto la sua femminilità moderna. Dal momento che non ha alternative, è costretta a tornare per ora a quel modello medioevale, ma soltanto per spiccare il volo e cercare, o trovare nella sua anima, un nuovo modello di femminilità. Nel sogno, la tortura rappresenta il dolore della nascita, dovuto alla ricerca, per il momento senza esito, della sua immagine o identità femminile.

 

MARIE-LUISE VON FRANZ

Fraser Boa

Da “L MONDO DEI SOGNI”, MARIE-LUISE VON FRANZ, Fraser Boa – Red

Foto: Rete

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